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SONETTO XC


L
e tante opre divine, e ’l sacro impero

   In terra, e ’n Ciel del nostro eterno Sole
   Scrisser quei santi in semplici parole,
   Per non giunger con arte forza al vero. 4
Mossa da simil fede io scrivo; e spero,
   Che se le lodi vostre rare e sole,
   Qual posso, io canto, o come ’l ver le vuole,
   Non se ne sdegni il vostro animo altero. 8
Che quasi perla candida, ch’in oro
   Sottil s’appoggia sì, ch’altra vaghezza
   Non può impedir la sua più chiara luce; 11
La vostra vera gloria in quell’altezza,
   Che merta cosi ricco e bel tesoro,
   Dentro al mio basso stil sola riluce. 14

——

SONETTO XCI


S
’ io non depingo in carte il sopr’umano

   Del Roman nostro Padre almo valore,
   Interna carità, pietoso amore,
   Fa mancar il pensier, cader la mano. 4
Poscia alle glorie sue l’umil e piano
   Mio stil non giunge, e ’l casto amico ardore
   Richiama l’alma accesa, e i giorni e l’ore
   Vuol, ch’io consumi lagrimando in vano. 8
Toglie all’amato Sol la luce altera
   Il canto mio, ma l’amorosa forza
   Contra ragion la cieca voglia spinge. 11
Diversa passion per l’un rinforza,
   E per l’altro il desio raffrena e stringe,
   Ma questa e quella fiamma io serbo intera. 14