Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
42 |
SONETTO LXXXII
Senza nuova cagion per gli occhi Amore
Sì spessa pioggia, ed onde il tristo core
Oggi più dell’usato arde e sfavilla? 4
L’antica piaga Amor sì larga aprilla,
Che non la fa maggior novel dolore;
Nè puote tempo il mio gravoso ardore
Accrescer dramma, nè scemar scintilla. 8
Non ti sovvien l’antico mio pensiero,
Rispose, che si compie oggi il quart’anno,
Che ti coperse un doloroso manto? 11
Conobbi allor, che la passion il vero
Mostrava ai sensi, ond’era mio l’inganno,
E rinforzai con più ragione il pianto. 14
——
SONETTO LXXXIII
Ch’un tempo mi nudrir, felice amando;
Or mi consuman, misera cercando
Pur quel mio Sol per strani alti sentieri. 4
Ma tra falsi pensieri, e pianti veri,
La cagion immortal vuol che obliando
Ogn’altra cura, io viva al fin sperando
Un giorno chiaro dopo tanti neri. 8
Onde l’alto dolor, le basse rime
Muove, e quella ragion la colpa toglie,
Che fa viva la fede, e ’l duolo eterno. 11
Infin all’ultim’ora quelle voglie
Saran sole nel cor, che furon prime,
Sfogando il foco onesto, e ’l duol interno. 14