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SONETTO XL


Al bel leggiadro stil soggetto uguale
   Porge ora il Ciel, che ’l glorioso e santo
   Nome de’ vostri genitori, al canto
   Vostr’ alto, lice sol farsi immortale.
Al vol del merto lor conformi l’ ale
   Veggio a voi solo, ed essi sol di tanto
   Frutto ben degni, al qual pur dieder quanto
   Pon dar le stelle a chi più in pregio sale.
Opra è da voi con l’ armonia celeste
   Del vostro altero suon, che nostra etade
   Già dell’ antico onor lieta riveste.
Dir com’ ebber quest’ alme libertade
   Insieme a un tempo, e come insieme preste
   Volar nelle divine alte contrade.


SONETTO XLI


Amor, se morta è la mia propria speme,
   Nel primo foco ancor pur vivo ed ardo;
   Il desir, ch’ ebbi pria col primo sguardo
   Ne’ dì miei primi, avrò nell’ ore estreme.
La vita, e ’l bel pensier morranno insieme,
   E presto fia per l’ un, per l’ altra tardo,
   L’ ultima piaga fece il primo dardo,
   N’ altro ben spera il cor, nè altro mal teme.
Ma se l’ alma fedel languendo tace,
   E per lei gridan mille aperte prove,
   Dammi per lunga guerra or breve pace.
Non vo, che libertà vie più si trove
   Nel mio voler; ma che l’ ardente face
   S’ intepidisca sì, che ’l viver giove.