Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
15 |
SONETTO XXVIII.
Del vero Sol l’esempio a noi dimostri;
Chi ti contempla nei beati chiostri,
Giunto al fin del desio lascia la speme. 4
Nè laccio il lega più, nè duolo il preme,
Fuor della rete degl’inganni nostri;
E tu, ch’a par del più bel lume giostri,
Spirto, ch’ancora il mondo adora e teme, 8
Qual grado eccelso, o pur qual gloria immensa
All’alta tua virtù destina il Cielo?
E godi ognor nella divina luce. 11
Giusta man degni premii quì dispensa;
Fu vera guida agli altri il mortal velo;
Or dell’alme lo spirto è onor e duce. 14
SONETTO XXIX.
Il Cielo, allor che con benigni aspetti
Suoi lumi accende a produr tali effetti,
Che ’l poter suo maggior ne mostri in parte, 4
D’intorno lampeggiar chiare consparte
Al mio Sole vid’io; Voi spirti eletti,
Ch’adornate sì rari alti concetti,
Onorate di lui le vostre carte. 8
E fuora d’ogni oggetto i sacri inchiostri,
E dal lume divin più larga vita
Avranno i bei felici studj vostri. 11
Se breve caldo qui, beltà finita
Vi sprona tanto or; dagli eterni chiostri
Quanto accender vi dè luce infinita? 14