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XXXIV | La Vita di |
1540.1 quello di Diva; titoli, che di que’ tempi non solevano dispensarsi, che a uomini eccellentissimi. Non v’ha dubbio, che lo stile giudizioso ed affettuoso delle sue Rime, e la dottrina e l’erudizione, di cui sono sparse, non solamente superano d’assai la condizion femminile; ma tolgono per avventura il vanto alla maggior parte de’ Poeti, che in gran copia fiorirono in quel felicissimo secolo, di guisa che Giammatteo Toscano non ebbe difficoltà d’affermare, che ella fosse nulli post Petrarcam secunda2. Il Crescimbeni assai ritenuto nel lodare la pareggia ai migliori seguaci di quello, dicendo, che ella adoperò con tanta felicità e dottrina nel maneggio delle liriche Muse, che innalzossi sopra tutte le Donne, e potè gloriarsi di camminare a paro co’ maggiori seguaci del Petrarca, da’ quali ricevè il titolo di Divina3. .
Il guardarsi, siccome ella fece in tutte le sue Rime, da ogni detto o parola, che
- ↑ Per Comin da Trino.
- ↑ Peplus Italiae Lib. 4. cap. 153.
- ↑ Ne’ suoi Commentarj intorno alla Storia della volgar Poesia. Vol. 2. pag. 361. Venezia 1730
in una sua Lettera tra quelle scritte all’Aretino Vol. 1. pag. 202. Divine altresì furono dette le sue Poesie dal Giraldi nel secondo Dialogo de Poet. nostr. tempor. e come tali diceva di venerale Irene Castriotta Principessa di Bassignano Ruscell. Impr. Lib. 2. Chiama Divina la di lei virtù ancora il Castiglione nella sua Lettera a Michel de Silva Vescovo di Viseo. Op. Cast. pag. 7. ediz. Comin.