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Vittoria Colonna xxix

nal Contarini, amendue non meno pii che dotti, la ebbero in grandissima stima, così per la sua insigne pietà, che per l’universale sua letteratura, dalla qual simiglianza di costumi e di genio nacque una sì perfetta e santa amicizia1, che da altro caso che da morte non fu separata. Certamente è da credersi, che Vittoria si avesse acquistata la stima e benevolenza ancora del Papa, se ella fu in gran parte cagione che questi innalzasse il Bembo al Cardinalato, siccome raccogliesi da una Lettera di lui, scrittale da Venezia nell’Aprile del 1539.2. Quivi ella attese spezialmente a sollevare molti dotti Uomini dall’indigenza, ordinaria disgrazia de’ Letterati. Furono di questo numero Bernardo Tasso3, Marco Cavallo, Luigi Alamanni, ed il Molza4 già suo maestro nella Poesia.

  1. Veggansi le Lettere del Cardinal Polo a lei, ed al Cardinal Contarini, nel Vol. terzo della Raccolta delle sue Lettere, e la Prefazione del Cardinal Querini allo stesso Vol. Vedi pure la Lettera di lei a Suor Serafina Contarini fra quelle raccolte dal Manuzio.
  2. In tal guisa le scrive il Bembo. Vostra Illustriss. Sig. ha più da rallegrarsi della nuova dignità e grado datomi da nostro Signor perciò, che ella ne è stata in buona parte cagione, che per alcun mio merito, di che ella per sua molta cortesia ragiona meco nelle sue Lettere. Op. Bemb. Vol. 3. pag. 335.
  3. Sue Lettere Vol. 1. pag. 130 ediz. Comin
  4. Ciò si legge nel Manoscritto accennato nella nota (67).