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Ma colui, ch’in un punto pace e guerra
     Può darmi e tor, tanto al suo dolce lume
     33M’avvezza, che non sempre il desio erra:
Onde strada al mio andar fece il costume
     Di seguir l’orme chiare, e fuggir l’ombra,
     36E diede al mio volar veloci piume:
E giunsi al Sol, ch’agli occhi miei disgombra
     Quel d’ignoranza, nel che a noi mortali
     39Spesso ’l veder intorno appanna e adombra.
Ed udì dir: perchè tra tanti mali
     T’intrichi ognor? vien meco, acciò là scorga
     42Spirti, ch’al merto tuo non sono uguali.
Ma pria convien, che tutta umil mi porga
     Gli occhi, e intenti sì, che di quel poco
     45Raggio, che in me lampeggia, almen t’accorga:
Onde la vista accesa a poco a poco
     Acquisti tal vigor, che non l’offenda
     48Maggior di questo assai più puro foco:
Convien, che ’l modo e la ragion tu intenda,
     Come a chi quà su vien dolor si tolga,
     51E di vero piacer la veste prenda;
E che sappi tra noi quanto si dolga,
     Che in terra vegga alcun, ch’abbia già amato;
     54Ch’in ver gli scogli la sua barca volga.
Che se s’appaga e gode ogni Beato
     Nel mirar solo il primo eterno Amante,
     57Il natural desio non è cangiato
D’amar chi ama, anzi è ferma e costante
     Carità vera quì, che non si scema
     60Pel variar dell’opre, o del sembiante.
Tu scorgi allor, diss’io, com’arde e trema
     Dinanzi ai raggi tuoi la mia virtute;
     63E qual speme e timor l’ingombri e prema,
Di fiamme vive, e di saette acute
     Arso e punto fu il core il giorno, ch’io
     66Posi nelle tue man la mia salute.