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SONETTO CLXX
Doi modi abbiam da veder l’alte e care
Grazie del Ciel: l’uno è guardando spesso
Le sacre carte ov’è quel Lume expresso
Ch’a l’occhio vivo si lucente appare;
L’altro è alzando del cor le luci chiare
Al libro de la croce, ov’Egli stesso
Si mostra a noi sì vivo e sì da presso
Che l’alma allor non può per l’occhio errare.
Con quella scorta ella se ’n va sospesa,
Sì che se giunge al desiato fine i°
Passa per lungo e dubbioso sentero;
Ma con questa sovente, da divine
Luci illustrata e di bel foco accesa,
Corre certa e veloce al segno vero.
SONETTO CLXXI.
Due modi abbiam da veder Î alte è care
Grazie del ciel, l’uno è guardando spesso
Le sacre carte, ov’è quel lume espresso,
Ch’all occhio wrvo sì lucente appare;
L’altro è, alzando del cor le luci chiare
Al libro della croce, ov egli stesse
Si mostra a noi sì vivo e sì dappresso,
Che l alma allor non può per Î occhio errare;
Con quella scorta ella sen va sospesa
Sì, che se giunge al disiato fine,
Pa;sa per lungo è dubbioso sentero;
Ma con questa sovente da divine
Luci illustrata, e di bel foco accesa
Corre certa e veloce al segno vero.