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SONETTO CXLIV


I
l nobil vostro spirto non s’è involto

     Fra l’ombre in terra, ma, col chiaro stuolo
     Delle Grazie del ciel salendo a volo,
     Quasi a la vista nostra omai s’è tolto:4
E già del nodo uman vive disciolto
     Per man celeste, sì che ’l divin Polo,
     Che va sopra le stelle altero e solo,
     Lo sguardo suo ver voi lieto ha rivolto.8
Immortal Federico; onde all’amate
     Vostre luci l’esempio di quel Sole
     Manda, il cui raggio in ambedue risplende11
Sì vivo, che son rare, o forse sole
     L’alte e vere virtù ch’alluma e ’ncende
     Ne le vostre gradite alme ben nate.14


SONETTO CXLV


F
iglio e Signor, se la tua prima e vera

     Madre vive prigion, non l’è già tolto
     L’anima saggia, o ’l chiaro spirto sciolto,
     Nè di tante virtù l’invitta schiera.4
A me, che sembro andar scarca e leggiera,
     E ’n poca terra ho il cor chiuso e sepolto,
     Convien, ch’abbi talor l’occhio rivolto,
     Che la novella tua madre non pera.8
Tu per gli aperti spaciosi campi
     Del ciel cammini, e non più nebbia o pietra
     Ritarda, o ingombra il tuo spedito corso.11
Io grave d’anni aghiaccio; or tu, ch’avvampi
     D’alta fiamma celeste, umil m’impetra
     Dal commun Padre eterno omai soccorso.14