Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
152 |
SONETTO CXLII
Dove gran tempo han fatto albergo in pace
L’alme virtuti, entrò la viva face
Del vero Sol, più che in ogni altra ardente;4
Dal puro foco acceso, e dal possente
Raggio illustrato, quel vostro vivace
Spirto, cui per natura il vizio spiace,
Altra luce vagheggia, altro ardor sente.8
Sen vanno al sommo omai le belle e vive
Grazie vostre, Signor, col sovra umano
Valor, che da se scaccia ogni opra vile.11
Ond’or Gesù col Suo più caro stile
I gran secreti di sua propria mano
Entro ’l purgato cor vostro descrive.14
SONETTO CXLIII
In terra, e ’n ciel del chiaro eterno Sole,
Scrisser quei santi in semplici parole,
Che non giunser con arte forza al vero.4
Mossa da simil fede io scrivo, e spero,
Che se le lode vostre, al mondo sole,
Qual posso, canto, e come il ver le vole,
Non se ne sdegni il vostro animo altero.8
E quasi gemma, cui poco lavoro
D’intorno fregia sì, ch’altra vaghezza
Non può impedir la sua più viva luce,11
Il vostro onor, salito a tanta altezza,
Ch’uopo non ha di più ricco tesoro,
Dentro ’l mio basso stil nudo riluce.14