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SONETTO CXXXIV


B
eati voi, cui tempo, nè fatica

     Far può lo spirto vostro afflitto o stanco;
     Nè per la notte il di viene a voi manco,
     Nè copre nebbia il Sol, che vi nutrica!4
Per labirinti, o reti non s’intrica
     Il vostro pie’, ma sta sicuro e franco
     In porto; nè vi rende il pelo bianco
     Vecchiezza, al vaneggiar nostro nemica.8
Un sol foco il desio nudrisce e ’ncende,
     E ’l dolce desiar non ange il core,
     Nè la sazietà fastidio rende.11
Gradito a maggior gloria è chi più amore
     Ebbe a Dio in terra, nè l’invidia offende
     L’un, perchè l’altro abbia più grande onore.14


SONETTO CXXXV


A
ngel beato, a cui il gran Padre espresse

     L’antico patto, e poi con noi quel nodo,
     Che die’ la pace, la salute, e ’l modo
     D’osservar l’alme sue larghe promesse;4
Lui, ch’al pietoso ufficio pria t’elesse,
     Con l’alma inchino, e con la mente lodo,
     E dell’alta ambasciata ancora io godo,
     Che ’n quel virgineo cor sì ben s’impresse;8
Ma vorrei mi mostrassi il volto e i gesti,
     L’umil risposta, e quel casto timore,
     L’ardente carità, la fede viva11
Della Donna del cielo, e con che onesti
     Desiri ascolti, accetti, onori, e scriva
     I divini precetti entro nel core.14