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XVI La Vita di

rede delle ricchissime sue facoltà. Vittoria non sì tosto intese il marito essere preso da grave infermità, che partitasi da Napoli con onorevole seguito passò a Roma, dove fu accolta con istraordinarj onori, e continuando poscia con ogni sollecitudine il suo viaggio alla volta di Milano, come fu giunta a Viterbo, ebbe la nuova funestissima della di lui morte1.

Non poteva certamente la fortuna percuoterla di maggior colpo, e parve, che in questo suo gran bisogno ella venisse abbandonata ancora dalla propria virtù, perciocchè non dando luogo a’ conforti, in guisa si abbandonò al dolore, che ne perdè i sensi. Ritornati poscia ai loro ufficj il sentimento e gli spiriti, allargò il freno alle lagrime, le quali non si rasciugarono se non dopo parecchi anni2, e ne nacquero le più elegantui ed affettuose poesie, che di questa eccellente Rimatrice ci siano rimase.

  1. Bullart loc. cit. Fu sepolto in Milano con assai onorate esequie a’ 30. di Novembre del 1525, e poco appresso accompagnato da buon numero d’amici e domestici vestiti a bruno, fu portato a Napoli, e posto nella Chiesa di S. Domenico, dove con magnificenza rinnovate le esequie, fu con molta eleganza lodato in pubblico per Gualtiero Corbetta Milanese. Giovio nella Vita di lui Lib. 7.
  2. Prese quindi argomento di lodarla l’Ariosto con un suo Epigramma, in cui la innalza sopra la Figlia di Cato-