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SONETTO CXXXII
Spirti del Ciel, che con soavi canti
La gloria del Signor là su lodate,
E con via maggior forza dimostrate
I bei concetti ripurgati e santi
Che noi, qui lungi, fra miserie e pianti,
Coi pensier bassi, e con le voglie ingrate,
Perch’ad un fin le nostre alme create
Pur sono, e vivon d’uno obietto amanti,
Di propria man, con quel divino ardore
Che pasce noi qui, peregrini in terra,
E sazia in patria voi, bei fochi eletti,
Legate la preghiera, che non erra,
Vostra con questa mia, carca d’errore,
Ond’Ei, vostra mercé, lieto l’accetti.
SONETTO CXXXIII
Udir vorrei con puri alti pensieri
La vostra guerra in Ciel, spirti beati,
Non di ferro, o d’orgoglio, o d’ira armati,
Ma di concetti in Dio stabili e veri
Contra i nemici, che, in se stessi alteri,
Insuperbir, dal proprio amor legati,
Contra il principio lor, ciechi ed ingrati,
Sol per imagin false arditi e fieri.
Ma se ben per la patria e per l’onore
Di Dio v’armaste, e per la pace eterna,
D’altra maggior virtù fu la vittoria;
Voi v’inchinaste a l’infinito amore
Di Gesù dolce, onde ’l Padre superna
Grazia concesse a noi per la Sua gloria.