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SONETTO CXXVI
Con sigillo d’amor sì vive impresse
Gesù l’aspre Sue piaghe, e sol t’elesse
A mostrarne di se l’imagin vera;4
Quanto ti strinse, ed a te quanto intera
Diè la sua forma, e le virtuti stesse,
Onde fra noi per la sua sposa eresse
Il tempio, il seggio, e l’alma insegna altera!8
Povertate, umil vita e l’altre tante
Grazie t’alzaro al più sublime stato,
Quanto più ti tenesti e basso e vile.11
L’amasti in terra, or prega in ciel beato
Spirto, ch’io segua la bell’orma umile,
I pensier, i desiri, e l’opre sante.14
SONETTO CXXVII
Seguendo l’orma bella, ardito intrasti
Fra perigliose insidie, aspri contrasti
Con l’arme sol dell’umiltade in mano.4
Mentre il mondo sprezzando e nudo e piano
Solo de la tua croce ricco andasti
Per deserti selvaggi, a noi mostrasti
Quanto arda il divin raggio un cor umano.8
Divo Francesco, a cui l’alto Signore
Nel cor l’istoria di sua man dipinse
Del divin Suo ver noi sì grande amore:11
Poi seco t’abbracciò tanto e distrinse,
Che scolpio dentro sì, ch’apparver fore
Le piaghe, ond’ei la morte, e ’l mondo vinse.14