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SONETTO CXII
Fiamma del ciel, che senza arder accende:
Candida neve, e un bel Sol, che la rende
Tal, che falda di lei unqua non pera;4
Miri la Vergin sacra, Madre vera
Di Dio, col santo Spirto che discende
Oggi al suo petto; e ’l Sol che la comprende
Dentro e d’intorno con l’eterna spera:8
E vedrà il chiaro suo raggio celeste
Nel candor già dal foco sì ordinato,
Che le tesse d’intorno ornata veste:11
Onde, quando Gesù fia a noi rinato,
Le parti insieme si vedran conteste
Divine umane in quel parto beato.14
SONETTO CXIII
E gli occhi nostri il tuo mortal ponesti,
Lui non macchiasti, e specchio a noi porgesti,
Da mirar fiso nel Suo lume altero:4
Non l’adombrasti, ma quel denso e nero
Velo del primo error coi santi onesti
Tuoi prieghi, e i vivi Suoi raggi rendesti
D’ombroso e grave, candido e leggiero.8
Col chiaro, che da lui prendi, l’oscuro
Delle notti ne togli, e la serena
Tua luce il calor suo tempra sovente;11
Che sopra il mondo errante il latte puro,
Che qui ’l nudrì, quasi rugiada, affrena
De la giusta ira sua l’affetto ardente.14