Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/189


137

SONETTO CXII


C
hi desia di veder pura ed altera

     Fiamma del ciel, che senza arder accende:
     Candida neve, e un bel Sol, che la rende
     Tal, che falda di lei unqua non pera;4
Miri la Vergin sacra, Madre vera
     Di Dio, col santo Spirto che discende
     Oggi al suo petto; e ’l Sol che la comprende
     Dentro e d’intorno con l’eterna spera:8
E vedrà il chiaro suo raggio celeste
     Nel candor già dal foco sì ordinato,
     Che le tesse d’intorno ornata veste:11
Onde, quando Gesù fia a noi rinato,
     Le parti insieme si vedran conteste
     Divine umane in quel parto beato.14


SONETTO CXIII


E
terna Luna, allor che fra ’l Sol vero,

     E gli occhi nostri il tuo mortal ponesti,
     Lui non macchiasti, e specchio a noi porgesti,
     Da mirar fiso nel Suo lume altero:4
Non l’adombrasti, ma quel denso e nero
     Velo del primo error coi santi onesti
     Tuoi prieghi, e i vivi Suoi raggi rendesti
     D’ombroso e grave, candido e leggiero.8
Col chiaro, che da lui prendi, l’oscuro
     Delle notti ne togli, e la serena
     Tua luce il calor suo tempra sovente;11
Che sopra il mondo errante il latte puro,
     Che qui ’l nudrì, quasi rugiada, affrena
     De la giusta ira sua l’affetto ardente.14