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SONETTO LX
Veggio punire, e ’l ricco Signor degno
Pien d’infamia morir nudo sul legno,
Per tornar noi nel già perduto onore.4
Veggio offender con odio il vero amore,
E ferir l’umiltà con fiero sdegno;
Usar di crudeltade ogni aspro segno
Contra colui, che sol per pietà more.8
Allor l’alta bontà di Dio si stese
In parte al mondo, ond’ogni fedel petto
Si fè più forte a le più acerbe offese.11
Paulo, Dionisio, ed ogni alto intelletto
Sì diè prigion al vero, alor ch’intese
La mirabil cagion di tanto effetto.14
SONETTO LXI
Entro ’l cor di Gesù; bascia di fore
Il sacro lembo; o pur senti il suo odore;
Volagli intorno ognor vivo ed ardente.4
S’altro non miri, avrai sempre presente
Il suo bel lume, che ’l tuo proprio errore
Sol t’allontana, e perde ogni valore
L’alma, se non lo scorge, ascolta e sente.8
Non ti smarrir, raddoppia il vago volo;
Che quando ei dà il desio, non molto tarda
A dar virtù, per giunger forza all’opra.11
Vuol la nostra salute, e bada e guarda
L’animoso guerrier, come s’adopra,
S’ei si vede al periglio inerme e solo.14