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SONETTO LIV


V
orrei, che ’l vero Sol, cui sempre invoco,

     Mandasse un lampo eterno entro la mente,
     E non sì breve raggio, che sovente
     Leva girando intorno a poco a poco;4
Ma riscaldasse il cor col santo foco,
     Che serba dentro in se viva ed ardente
     Fiamma; e queste faville tarde e lente
     M’ardesser molto in ogni tempo e loco.8
Lo spirto è ben dal caldo ardor compunto,
     E sereno dal bel lume il desio:
     Ma non ho da me forza a l’alta impresa.11
Deh fa, Signor, con un miracol, ch’io
     Mi veggia intorno lucida in un punto,
     E tutta dentro in ogni parte accesa.14


SONETTO LV


Q
uel pietoso miracol grande, ond’io

     Sento (la sua mercè) due parti estreme
     Il divino e l’uman sì giunte insieme
     Ch’è Dio vero uomo, e l’uom è vero Dio;4
Erge tant’alto il mio basso desio,
     E scalda in guisa la mia fredda speme,
     Che ’l cor libero e franco più non geme
     Sotto l’incarco periglioso e rio.8
Con la piagata man dolce e soave
     Giogo m’ha posto al collo; e lieve il peso
     Sembrar mi face col Suo lume chiaro;11
A l’alme umili con secreta chiave
     Apre il tesoro suo; del qual è avaro
     Ad ogni cor d’altere voglie acceso.14