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SONETTO L


Di gioia in gioia e d’una in altra schiera
   Di dolci e bei pensier l’Amor superno
   Mi guida fuor del freddo arido verno
   A la Sua verde e calda primavera.
Forse il Signor, finché di molle cera
   Mi vegga il petto, onde ’l sigillo eterno
   M’imprima dentro nel più vivo interno
   Del cor la fede Sua fondata e vera,
Non vuol con l’aspra croce al sentier erto
   Ma col giogo soave e peso leve
   Condurmi al porto per la via men dura;
O forse ancor come benigno esperto
   Padre e Maestro in questa pace breve
   A longa guerra m’arma e m’assicura.


SONETTO LI


Quando, mercé del Ciel, quasi presente
   Scorge per viva fede ad una ad una
   L’alme grazie divine, e poi le aduna
   Tutte in un punto il cor lieto ed ardente,
Tirar da tanta gioia alor si sente
   Che quanto giace qui sotto la luna,
   La morte, il mondo e buona e rea fortuna,
   Riman poi sotto l’amorosa mente.
E mentre servon l’ali al gran penserò,
   Or sul mar, or sul fiume, or sovra ’l monte
   Veggio il Sol di là su splender fra noi,
E quando Dio quando uom far qua giù conte
   L’eterne glorie, ed a’ bei raggi Suoi
   Disparir l’ombre e dimostrarsi il vero.