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Vittoria Colonna | xi |
ventuno 1, venne scelto alla carica importante di Capitan Generale de’ Cavalleggieri.
Pochi mesi appresso ebbe Vittoria nuova cagione di attristarsi, perciocchè il Marchese coraggiosamente combattendo nella giornata di Ravenna, soverchiato da’ nemici venne in loro potere. Fu poscia condotto a Milano, ed ivi guardato in assai onesta prigione, donde fu tratto dopo breve tempo per intercessione del Triulzi suo Zio materno 2. In questo mezzo egli scrisse un piacevolissimo Dialogo d’Amore, ed indirizzollo alla Marchesana sua Sposa, nel quale molto vivamente espresse l’amore, che le portava, e quanto gli dolesse l’essere da lei lontano; dal che ella prese motivo di farne una divisa, racchiudendo un amorino in un cerchio formato da un serpente, con questo verso:
Quem peperit virtus, prudentia servet amorem.
volendo in tal guisa mostrare, che la prudenza dovea rendere indissolubile il bel nodo, che stretto avea la virtù 3.