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VIII.
Quello per aver fama in ogni parte
     Nella sua più fiorita e verde etade
     Seguendo il periglioso e fiero Marte,
     Or fra mille saette, e mille spade
     Animoso si caccia, e con nuova arte,
     Mentre spera di farsi alle contrade
     Più remote da noi altri immortale,
     Casca assai più, ch’un fragil vetro e frale.
X.
Quell’altro ingordo d’acquistar tesori
     Si commette al poter del mare infido;
     E di paura pieno, e di dolori
     Trapassa or questo, ora quell’altro lido:
     E spesso dell’irate onde i rumori
     Gli fan mercè chiamar con alto grido;
     E quando ha d’arricchir più certa speme,
     La vita perde, e la speranza insieme.
XI.
Altri nelle gran Corti consumando
     Il più bel fior de’ suoi giovanil anni;
     Mentre utile ed onor vanno cercando,
     Sol ritrovano invidia, oltraggi, e danni:
     Mercè d’ingrati Principi, che in bando
     Post’hanno ogni virtù, e sol d’inganni,
     E di brutta avarizia han pieno il core,
     Publico danno al mondo, e disonore.
XII.
Altri poi vaghi sol d’esser pregiati,
     E di tener fra tutti il primo loco;
     E per vestirsi d’oro, e gire ornati
     Delle più care gemme, a poco a poco
     Tiranni della patria odiosi e ingrati
     Si fanno, ora col ferro, ora col foco;
     Ma al fin di vita indegni, e di memoria
     Son morti, e col morir muor la lor gloria.