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viii | La Vita di |
to di pregevole appena ritruovasi sparso fra molte altre.
A tali prerogative molto aggiugnea di pregio la chiarezza del sangue, e sì in lei risplendeano venuta nell’età da marito, che trassero ad amarla, ed a desiderare le sue nozze i Duchi di Savoja e di Braganza,1, allora appunto, che il giovine Marchese di Pescara si apparecchiava a darle l’anello; ma fosse, che il Papa 2, il quale si era frammesso nell’affare, si mostrasse parziale dello Sposo; o non isperassero, che Vittoria ad altri rivolgesse l’amore, che sino dalla prima e tenera sua giovinezza ella avea al Marchese, giovine avvenente, ed il meglio costumato che fosse; da ciò si ritrassero, e questi lieto d’essere venuto a fine del suo in-
- ↑ Di questa concorrenza fa cenno il Giovio in una sua Lettera a Stefano Colonna. Il maritaggio della Sig. Vittoria batte tra il Duca di Braganza, Duchino di Savoja, ed il Marchese di Pescara; l’uno è troppo lontano, l’altro è troppo fuoruscito, e l’altro è troppo tenerello. Dio inspirerà Sua Santità nel manco male. Di Roma a’ 22 di Novembre 1512. Leggesi questa a pag. 109. dell’edizione delle Lettere di quest’Autore fatta in Venezia nel 1560. dai Fratelli Sessa; ma senza dubbio v’è errore nella data, perciocchè ella è cosa certa, che Vittoria era moglie del Marchese di Pescara d’alcuni anni, allorchè egli rimase prigioniero nella battaglia di Ravenna, seguita, sicome è noto per molte Storie, appunto nel 1512. ed oltre a ciò il Giovio non lo averebbe chiamato tenerello in quest’anno, che era il ventesimosecondo dell’era sua.
- ↑ Giulio Secondo, siccome raccogliesi dall’addotta Lettera del Giovio.