Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
61 |
SONETTO CXX
Rivegga intero in voi quel lume chiaro
Del mio Sol vivo; e questo parco e avaro
Ciel venga a forza largo al voler mio. 4
Spregiato ha ’l vostro ardir l’acerbo e rio
Fato de’ vostri, e con l’invitto e raro
Valor, a chi più il vede ognor più caro
Tolto ha di maggior luce ogni desio. 8
Or che quel Sol, che solo in voi risplende,
Non mostra in terra i divin raggi ardenti,
Ma con lume maggior là su contende; 11
Odo, che ’l vostro core avendo spenti
I contrasti e l’insidie, s’erge e accende
Di sempre farsi conto all’alte menti. 14
——
SONETTO CXXI
Quasi lampo, cui serra un chiaro vetro,
Mille luci vid’io, ma non mi spetro
Dal mondo sì, ch’io le depinga in carte. 4
Amor nell’alma accesa a parte a parte
Vere l’impresse già molt’anni a dietro,
Ond’ei spinge il desio, ed io m’arretro
Dall’opra, ch’ogni ardir da se diparte. 8
E s’avvien pur, ch’io ombreggi un picciol raggio
Del mio gran Sol, da lagrime e sospiri,
Quasi da pioggia, o nebbia par velato. 11
Se in amarlo fu audace, in tacer saggio
Sia almeno il cor, che omai sdegna il beato
Spirto, che mortal lingua a tanto aspiri. 14