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― Non mi pare una cosa fatta bene.

― Pazienza! Cercherò di correggermi! Se tu conoscessi però tutte le mie disgrazie!...

― Le conosco.

― Come fai a conoscerle? ― domandò lo scimmiottino maravigliato.

― Le ho lette nel Giornalino dei Bambini. Scusi, signor Pipì, la mia curiosità: ma lei non aveva promesso al padroncino Alfredo di tenergli compagnia in un gran viaggio intorno al mondo?

― Mi spiego: gliel’avevo promesso.... e non gliel’avevo promesso....

― Come sarebbe a dire?

― Mi spiegherò più chiaro. Devi sapere che io fui tentato a far quella promessa.... lo sai da chi? dalla gola.

― Cioè?

― Il signor Alfredo, per sedurmi, mi fece portare in tavola delle frutta così belle e così saporite, che io, a quella vista....

― Ho capito, ho capito; ― disse il coniglio ridendo. ― Lei fece su per giù come fanno certi ragazzi figliuoli degli uomini, i quali, pur di ottenere dai loro babbi e dalle loro mamme qualche ghiottoneria o qualche balocco, promettono di esser buoni, di studiare e di farsi onore alla scuola.... e poi? E poi, appena ottenuta la grazia, dimenticano subito le belle promesse fatte, e chi s’è visto, s’è visto; non è vero?

― Ho paura, mio caro amico, che tu l’abbia indovinata. ―

― Vuol sapere, signor Pipì, come diceva il mio nonno? il mio nonno diceva sempre che «quando si promette