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gli uomini belli ne ho veduti dimolti; ma un uomo bello come voi, non l’ho visto mai!
― Bisognava avermi visto trent’anni fa! ― replicò Golasecca lisciandosi i baffi e il barbone, e ingegnandosi di apparire grazioso. ― Allora ero bello davvero! Eh, Moccolino? Ditelo voi.
― La prima volta che vi ho conosciuto io, eravate un sole! un sole di mezzogiorno! ― rispose l’oste.
― Oggi siete un sole sul tramonto! ― soggiunse Pipì ― ma un tramonto magnifico! un tramonto che val più di un’aurora!...
― Mi avvedo, caro scimmiottino, che tu hai molto spirito e molto ingegno: e per questo ti voglio bene ― disse Golasecca commosso. Scendi giù dalla zuppiera e vieni a sederti accanto a me. Ceneremo insieme. Moccolino! Porta subito in tavola un piatto di pèsche e un piatto di ciliege per il mio amico Pipì. L’amico Pipì è uno scimmiottino sincero e amante della verità, e se per caso incontra un uomo veramente bello, non ha nessuna paura a dirgli sul viso: Tu sei il più bell’uomo di questo mondo! ―
Fatto sta, che mangiarono tutt’e due con grande appetito: e la cena fu piuttosto lunghetta.
Sul finir della cena, lo scimmiottino domandò al capo masnada:
― Se non fossi troppo indiscreto, potrei sapere dove volete portarmi?
― A casa della Fata dai capelli turchini.
― E che cosa vuole da me questa buona donna?
― Essa è adirata.
― E la ragione?
― Perchè dice che tu avevi promesso di accompa-