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iena o un leopardo, non c’è più scampo per me!... Oh me disgraziato! Che bestia sarà mai quella che mi porta via con tanta foga?... —

Per buona fortuna, la bestia cominciò a ragliare.... e allora Pipì sentì allargarsi il cuore dalla contentezza.

Quel raglio fu l’unica consolazione che avesse il povero Pipì durante il suo misterioso viaggio, rinchiuso in un sacco!


III.

Pipì cade in un gran fiume e viene ripescato.


Dopo aver camminato tre giorni e tre notti, senza prendere un minuto di riposo, finalmente la bestia che portava in groppa il sacco con lo scimmiottino dentro, si fermò tutt’a un tratto, e data una gropponata, scaricò il sacco in mezzo a una solitaria campagna.

E la gropponata fu così brusca e violenta, che il sacco, cadendo a terra, seguitò a ruzzolare sull’erba per un mezzo chilometro. Figuratevi quante capriole dovè fare, al buio, il povero scimmiottino.

Ma il momento più brutto per lui fu quando si provò a rompere il sacco per uscir fuori.

Adoperò gli unghioli, e non concluse nulla: adoperò i denti e nulla. Rifinito allora dallo strapazzo e dalla fame, cominciò a piangere come un bambino.

— Chi è che piange? — domandò un grosso topo, che passava per caso da quella parte.

— Sono io!... sono un povero scimmiottino che muore di fa.... —