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scherucce, che pretendevano al premio, cominciò a sbellicarsi dalle risa e a ripetere in coro:

— Fuori i ragazzi! —

— Via i ragazzi!

— A letto i ragazzi! —

Figuratevi il chiasso, il baccano e lo scompiglio, che nacque da un momento all’altro.

In mezzo a quel pigia-pigia si sentì una voce di donna, che gridò:

— Mi hanno rubato il vezzo! —

Corsero subito le guardie: le quali, in tanto tramestio non sapendo su chi mettere le mani addosso, arrestarono le tre mascherucce che scappavano spaventate verso la porta del teatro.

— Ma perchè ci arrestano?... Noi siamo innocenti!... — gridavano piangendo quei poveri ragazzi.

— Fra poco ne riparleremo — risposero le guardie, incamminandosi verso la Questura.

— Lo creda.... noi non siamo ladri — diceva Cesare.

— Di chi siete figliuoli?

— Del nostro babbo e della nostra mamma.

— Che mestiere fanno i vostri genitori?

— Il babbo gli è fuori di Firenze a far l’ingegnere e la mamma l’è a letto, che dorme....

— E che cosa siete venuti a fare al teatro?

— A vincere il premio.

— Il premio ve lo daremo noi. Come mai siete scappati di casa?...

— L’è una storia lunga.....

— I ragazzi, che scappano di casa, non possono esser nulla di buono....