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pazzato, percosso e diviso in due pezzi sulla pubblica via, non rimase un segreto per i compagni di scuola del nostro amico Gigino.
Uno scolaro, per combinazione, venne a risaperlo: e quando un ragazzo sa qualche cosa, potete aspettarvi che dopo cinque minuti lo sanno anche tutti gli altri ragazzi. Così sapessero tutti l’Aritmetica, la Storia e la Geografia!
Fatto sta, che fra i compagni di scuola di Gigino trovavasi un certo Amerigo chiamato di soprannome il Biondo, perchè di capelli e di carnagione era biondo come un cannello di brace.
Il Biondo non aveva che una sola passione (bruttissima passione): quella di divertirsi e di ridere alle spalle degli altri ragazzi. Inventava per tutti qualche canzonatura o qualche scherzo impertinente. A chi le dava, e a chi le prometteva.
Figuratevi la sua contentezza, quando gli raccontarono la storia della famosa latta cascata sul cappello a tuba del povero Gigino!
Prese subito di mira l’amico, e non gli dètte più pace; non lo lasciò più ben avere un minuto solo.
Tutte le volte che nell’andare a scuola s’imbatteva in lui, affibbiavagli subito un bello scappellotto sul berretto: e poi, fingendosi dolente e mortificato, diceva con voce di piagnisteo:
— Scusa, sai: mi pareva che tu avessi in testa il cappello a tuba!... Non lo farò più!... —
Il nostro Gigino, a questi scherzi sguaiati ci soffriva, proprio ci soffriva: e avrebbe dato volentieri una buona lezione al suo accanito persecutore: ma la paura era quella che lo tratteneva: e la paura è stata sempre una