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proveri e parlantine inutili.... Basta! per un certo sentimento di pudor naturale, rinunzio a descrivervi i diversi argomenti maneschi, che egli pose in opera per farmi guarire dalla strana passione di dipingere i calzoni de’ miei compagni.

Peraltro, finita la scuola, il povero Silvano non voleva a nessun costo tornare a casa, vergognandosi a farsi vedere in mezzo alla strada con quella pittura, a tocco in penna, sulla gamba sinistra. Allora che cosa immaginai? Tanto per abbonirlo, gli appuntai sul davanti un foglio di carta bianca: il qual foglio, scendendogli giù fino al ginocchio, a guisa di grembiule, nascondeva agli sguardi indiscreti del pubblico e dei ragazzacci di strada il mio bellissimo capolavoro.

Il giorno dopo fu per me una giornata nera, indimenticabile.

Appena entrato nella scuola, il maestro, con un cipiglio da far paura, mi disse accennandomi un banco solitario in fondo alla scuola:

― Prendi i tuoi libri e i tuoi quaderni, e va’ a sederti laggiù! Così ti troverai sempre solo e isolato da tutti.... e così pagherai caro il bruttissimo vizio di molestare i compagni, che hanno la disgrazia di starti vicini. —

Mogio, mogio, come un pulcino bagnato, chinai il capo e ubbidii.