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IX.
Sentendo parlar tanto di quella volpe, Leoncino domandò al guardaboschi dello zio:
― Dimmi, Tonio, come sono grosse le volpi?
― Le volpi ― rispose il guardaboschi ― somigliano molto ai cani; con questa differenza, che hanno la coda assai più grossa, un codone che pare una spazzola. Non le ha mai vedute, lei, le volpi?
― Mai.
― Vuol vederne una?
― Una volpe viva?...
― No, morta. La trovai cinque anni fa nel bosco, l’ammazzai con una schioppettata, e poi la volli impagliare.... ossia, riempire da me: ma non lo dico per vantazione, l’è impagliata così bene, che c’è da scambiarla per una volpe viva. Se lei vuol vederla, venga a casa mia e potrà levarsi questa curiosità.
― Quando posso venire?
― Anche domattina.
― A che ora?
― Di prima levata, avanti che io vada al bosco. ―
Leoncino non intese a sordo. La mattina dopo si alzò di buonissim’ora e senza dir nulla ai suoi cugini, che erano sempre a letto, andò difilato a casa del guardaboschi.
Quando fu là, l’amico Tonio lo condusse in una stanzuccia terrena, che serviva per le legna: e in un angolo di questo bugigattolo c’era una bella volpe accovacciata