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st’atto d’umiliazione: e giorno e notte si lambiccava sempre il cervello per trovare il modo di dare qualche splendida prova di coraggio, tanto da riguadagnarsi il grado e la spada di generale. Cerca oggi, cerca domani, finalmente gli parve di vedersi balenare dinanzi agli occhi una bell’idea.

Quella sera andò a letto tutto contento; e prima di addormentarsi diceva dentro di sè: «Domani o doman l’altro sarò generale daccapo, e allora, guai a Raffaello!... Per vendicarmi di lui, ordinerò subito che la cavalleria debba camminare sempre a piedi!...»

Eppure è così: i ragazzi vendicativi spesse volte sono anche ridicoli nelle loro vendette!

VI.


Indovinate un po’, ragazzi, quale fu la bellissima idea (dico bellissima, per modo di dire) che balenò alla mente di Leoncino, per dare una gran prova del suo coraggio e per riguadagnarsi il grado di generale?

Fu quella di sfidare i suoi cugini a chi avesse fatto il salto più alto e più pericoloso. Figuratevi che bel giudizio!

— Io — disse subito Arnolfo scommetto di saltare gli ultimi cinque scalini della scala di casa.

— Bella bravura davvero! — replicò Leoncino, con una spallucciata di disprezzo. — Quello è un salto che lo farebbe anche una pulce.

— E io scommetto di saltare dalla finestra del fienile — disse Raffaello.