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E il burattino fece col capo e colle mani un segno, come dire: «Non ne ho».

— Metti fuori i denari o sei morto; — disse l’assassino più alto di statura.

— Morto! — ripetè l’altro.

— E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!

— Anche tuo padre!

— No, no, no, il mio povero babbo no! — gridò Pinocchio con accento disperato: ma nel gridare così, gli zecchini gli sonarono in bocca.

— Ah furfante! dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua? Sputali subito! —

E Pinocchio, duro!

— Ah! tu fai il sordo? Aspetta un po’, che penseremo noi a farteli sputare! —

Difatti uno di loro afferrò il burattino per la punta del naso e quell’altro lo prese per la bazza, e lì cominciarono a tirare screanzatamente uno per in qua l’altro per in là, tanto da costringerlo a spalancare la bocca: ma non ci fu verso. La bocca del burattino pareva inchiodata e ribadita.

Allora l’assassino più piccolo di statura, cavato fuori un coltellaccio, provò a conficcarglielo a guisa di leva e di scalpello fra le labbra: ma Pinocchio, lesto come un lampo, gli azzannò la mano coi denti, e dopo avergliela con un morso staccata di netto, la sputò; e figuratevi la sua maraviglia quando, invece di una mano, si accòrse di aver sputato in terra uno zampetto di gatto.

Incoraggito da questa prima vittoria, si liberò a forza dalle unghie degli assassini, e saltata la siepe della strada, cominciò a fuggire per la campagna. E gli assas-