Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
—45— |
nocchio! È il nostro fratello Pinocchio! Evviva Pinocchio!...
— Pinocchio, vieni quassù da me, — grida Arlecchino — vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno! —
A questo affettuoso invito, Pinocchio spicca un salto, e di fondo alla platea va nei posti distinti; poi con un altro salto, dai posti distinti monta sulla testa del direttore d’orchestra, e di lì schizza sul palcoscenico.
È impossibile figurarsi gli abbracciamenti, gli strizzoni di collo, i pizzicotti dell’amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza, che Pinocchio ricevè in mezzo a tanto arruffìo dagli attori e dalle attrici di quella compagnia drammatico-vegetale.
Questo spettacolo era commovente, non c’è che dire: ma il pubblico della platea, vedendo che la commedia non andava più avanti, s’impazientì e prese a gridare:
— Vogliamo la commedia! vogliamo la commedia! —