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neppure a voi! Portato a vendere sul mercato degli asini, fui comprato dal Direttore di una compagnia equestre, il quale si messe in capo di far di me un gran ballerino e un gran saltatore di cerchi: ma una sera, durante lo spettacolo, feci in teatro una brutta cascata e rimasi zoppo da tutt’e due le gambe. Allora il Direttore, non sapendo che cosa farsi d’un asino zoppo, mi mandò a rivendere, e voi mi avete comprato!...
— Pur troppo! E ti ho pagato venti soldi. E ora chi mi rende i miei poveri venti soldi?
— E perchè mi avete comprato? Voi mi avete comprato per fare con la mia pelle un tamburo!... un tamburo!...
— Pur troppo!… E ora dove troverò un’altra pelle?...
— Non vi date alla disperazione, padrone. Dei ciuchini ce n’è tanti in questo mondo!
— Dimmi, monello impertinente; e la tua storia finisce qui?
— No, — rispose il burattino — ci sono altre due parole, e poi è finita. Dopo avermi comprato, mi avete condotto in questo luogo per uccidermi, ma poi, cedendo a un sentimento pietoso d’umanità, avete preferito di legarmi un sasso al collo e di gettarmi in fondo al mare. Questo sentimento di delicatezza vi onora moltissimo e io ve ne serberò eterna riconoscenza. Per altro, caro padrone, questa volta avete fatto i vostri conti senza la Fata....
— E chi è questa Fata?
— È la mia mamma, la quale somiglia a tutte quelle buone mamme, che vogliono un gran bene ai loro ragazzi e non li perdono mai d’occhio, e li assistono amorosamente in ogni disgrazia, anche quando questi ra-