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sto dentro, mi adatterò a star seduto sulle stanghe del carro. —

E spiccato un salto montò a cavalcioni sulle stanghe.

— E tu, amor mio, — disse l’omino volgendosi tutto complimentoso a Pinocchio — che intendi fare? Vieni con noi o rimani?…

— Io rimango — rispose Pinocchio. — Io voglio tornarmene a casa mia: voglio studiare e voglio farmi onore alla scuola, come fanno tutti i ragazzi perbene.

— Buon pro ti faccia!

— Pinocchio, — disse allora Lucignolo. — Da’ retta a me: vieni con noi, e staremo allegri!

— No, no, no!

— Vieni con noi e staremo allegri — gridarono altre quattro voci di dentro al carro.

— Vieni con noi e staremo allegri — urlarono tutte insieme un centinaio di voci.

— E se vengo con voi, che cosa dirà la mia buona Fata? — disse il burattino, che cominciava a intenerirsi e a ciurlar nel manico.

— Non ti fasciare il capo con tante melanconie. Pensa che andiamo in un paese dove saremo padroni di fare il chiasso dalla mattina alla sera! —

Pinocchio non rispose, ma fece un sospiro: poi fece un altro sospiro: poi un terzo sospiro: finalmente disse:

— Fatemi un po’ di posto: voglio venire anch’io!…

— I posti son tutti pieni; — replicò l’omino, — ma per mostrarti quanto sei gradito, posso cederti il mio posto a cassetta....

— E voi?...

— E io farò la strada a piedi.

— No davvero, che non lo permetto. Preferisco piut-