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— Di vista! — rispose il burattino.
— E tu, che concetto ne hai? — gli chiese il vecchietto.
— A me mi pare un gran buon figliuolo, pieno di voglia di studiare, obbediente, affezionato al suo babbo e alla sua famiglia.... —
Mentre il burattino sfilava a faccia fresca tutte queste bugie, si toccò il naso e si accorse che il naso gli era allungato più di un palmo. Allora tutto impaurito cominciò a gridare:
— Non date retta, galantuomo, a tutto il bene che ve ne ho detto; perchè conosco benissimo Pinocchio e posso assicurarvi anch’io che è davvero un ragazzaccio, un disubbidiente e uno svogliato, e che invece di andare a scuola, va coi compagni a fare lo sbarazzino! —
Appena ebbe pronunziate queste parole, il suo naso raccorcì e tornò alla grandezza naturale, come era prima.
— E perchè sei tutto bianco a codesto modo? — gli domandò a un tratto il vecchietto.
— Vi dirò.... senza avvedermene, mi sono strofinato a un muro, che era imbiancato di fresco — rispose il burattino vergognandosi a raccontare che lo avevano infarinato come un pesce, per poi friggerlo in padella.
— O della tua giacchetta, de’ tuoi calzoncini e del tuo berretto, che cosa ne hai fatto?
— Ho incontrato i ladri e mi hanno spogliato. Dite, buon vecchio, non avreste per caso da darmi un po’ di vestituccio, tanto perchè io possa ritornare a casa?
— Ragazzo mio; in quanto a vestiti, io non ho che un piccolo sacchetto, dove ci tengo i lupini. Se lo vuoi, piglialo: eccolo là. —