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— E se io studio, che cosa ve ne importa?
— A noi ce ne importa moltissimo, perchè ci costringi a fare una brutta figura col maestro....
— Perchè?
— Perchè gli scolari che studiano, fanno sempre scomparire quelli, come noi, che non hanno voglia di studiare. E noi non vogliamo scomparire! Anche noi abbiamo il nostro amor proprio!...
— E allora che cosa devo fare per contentarvi?
— Devi prendere a noia, anche tu, la scuola, la lezione e il maestro, che sono i nostri tre grandi nemici.
— E se io volessi seguitare a studiare?
— Noi non ti guarderemo più in faccia, e alla prima occasione ce la pagherai!
— In verità mi fate quasi ridere — disse il burattino con una scrollatina di capo.
— Ehi, Pinocchio! — gridò allora il più grande di quei ragazzi andandogli sul viso. — Non venir qui a fare lo smargiasso: non venir qui a far tanto il galletto!... perchè se tu non hai paura di noi, neanche noi abbiamo paura di te! Ricordati che tu sei solo e noi siamo sette.
— Sette come i peccati mortali — disse Pinocchio con una gran risata.
— Avete sentito? Ci ha insultati tutti! Ci ha chiamati col nome di peccati mortali!...
— Pinocchio! chiedici scusa dell’offesa.... e se no, guai a te!...
— Cucù! — fece il burattino, battendosi coll’indice sulla punta del naso, in segno di canzonatura.
— Pinocchio! la finisce male!...
— Cucù!