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— Perchè i burattini non crescono mai. Nascono burattini, vivono burattini e muoiono burattini.
— Oh! sono stufo di far sempre il burattino! — gridò Pinocchio, dandosi uno scappellotto. — Sarebbe ora che diventassi anch’io un uomo....
— E lo diventerai, se saprai meritartelo....
— Davvero? E che posso fare per meritarmelo?
— Una cosa facilissima: avvezzarti a essere un ragazzino perbene.
— O che forse non lo sono?
— Tutt’altro! I ragazzi perbene sono ubbidienti, e tu invece....
— E io non ubbidisco mai.
— I ragazzi perbene prendono amore allo studio e al lavoro, e tu....
— E io, invece, faccio il bighellone e il vagabondo tutto l’anno.
— I ragazzi perbene dicono sempre la verità....
— E io sempre le bugie.
— I ragazzi perbene vanno volentieri alla scuola....
— E a me la scuola mi fa venire i dolori di corpo. Ma da oggi in poi voglio mutar vita.
— Me lo prometti?
— Lo prometto. Voglio diventare un ragazzino perbene, e voglio essere la consolazione del mio babbo.... Dove sarà il mio povero babbo, a quest’ora?
— Non lo so.
— Avrò mai la fortuna di poterlo rivedere e abbracciare?
— Credo di sì: anzi ne sono sicura. —
A questa risposta fu tale e tanta la contentezza di Pinocchio, che prese le mani alla Fata e cominciò a ba-