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— Se non vuoi durar fatica, allora, ragazzo mio, divertiti a sbadigliare, e buon pro ti faccia. —
In men di mezz’ora passarono altre venti persone: e a tutte Pinocchio chiese un po’ d’elemosina, ma tutte gli risposero:
— Non ti vergogni? Invece di fare il bighellone per la strada, va’ piuttosto a cercarti un po’ di lavoro, e impara a guadagnarti il pane! —
Finalmente passò una buona donnina, che portava due brocche d’acqua.
— Vi contentate, buona donna, che io beva una sorsata d’acqua alla vostra brocca? — chiese Pinocchio, che bruciava dall’arsione della sete.
— Bevi pure, ragazzo mio! — disse la donnina, posando le due brocche in terra.
Quando Pinocchio ebbe bevuto come una spugna, borbottò a mezza voce, asciugandosi la bocca:
— La sete me la sono levata! Così mi potessi levar la fame!... —
La buona donnina, sentendo queste parole, soggiunse subito:
— Se mi aiuti a portare a casa una di queste brocche d’acqua, ti darò un bel pezzo di pane. —
Pinocchio guardò la brocca e non rispose nè sì nè no.
— E insieme col pane ti darò un bel piatto di cavol fiore condito coll’olio e coll’aceto — soggiunse la buona donna.
Pinocchio dètte un’altra occhiata alla brocca, e non rispose nè sì nè no.
— E dopo il cavol fiore ti darò un bel confetto ripieno di rosolio. —
Alle seduzioni di quest’ultima ghiottoneria, Pinoc-