“Pei freschi rivi che perenni irrigano,
Per l’aure molli che alitando allegrano,
Gli elisj fiori, pe’ beati spiriti, 70Cui d’asfodillo i crocei prati, o allettano
Le vaghe d’amaranti adorne pergole,
Per l’ombre armate degli eroi,che splendere
Fan gli oscuri viali, e per que’ giovani
Che spenti per amor fra i mirti spaziano, 75Chieggo Euridice. O me qui ritenete,
O l’amata Consorte a me rendete.”
Tal ei cantò. Le armoniose preci
Erebo accolse; intenerissi il core
Alla crudel Proserpina, e la Bella 80Di seco rimenarne a lui concesse.
Tal su la Morte e su l’Averno impero
Musica tenne. Perigliosa prova,
Ma non men gloriosa. Ancor che il Fato
Ben nove volte all’atre piagge avvolga 85L’orrida Stige, pur di là tornano
Musica e Amor con la Vittoria al fianco.
Ma le cupide ciglia ah tosto ei gira:
Ella ricade, ahimè ! ricade e muore.
Com’or piegar potrai novellamente 90Le fatali Sorelle? E non già colpa
La tua si fu, se non è colpa amore.
Or a piè di montagne alto-pendenti
Presso lubriche fonti, or dove l’Ebro
Volubile serpeggia, a tutti ignoto, 95Solo e da nullo udito in lai si stempra,
E il caro spirto appella, ahimè! per sempre,
Per sempre a lui ritolto. Or dalle Furie
Agitato, straziato, desolato
Sul Rodope nevoso arrossa e trema. 100Quand’ecco al par de’ venti impetuoso
Erme pendici alpestre intorno cerca,
E d’urli furibondi Emo rintona.