Pagina:Collezione d'opuscoli scientifici e letterarj 4.djvu/106

106

SONETTO X.


Et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris.


I debiti pur sono immensi, e gravi
     Col Padre, e Signor nostro ornai contratti,
     Onde perduti, e quasi siam disfatti
     4Rendutici di colpa, e pena schiavi.
Con maniere, o Signor, miti, e soavi
     Non risguardando ai nostri acerbi fatti
     Ma di nostro dolor le voci, e gli atti
     8Fa che tua gran pietà ci sferri e schiavi.
De’ nostri debitor non facciam scempio.
     Ma de’ debiti lor facciam lor grazia:
     Preghiamo, che tu segua il nostro esempio,
12Non piombi sopra noi la tua disgrazia:
     Il cuor nostro rinnuova iniquo ed empio
     Fia pel nostro pentir tua ira sazia.


SONETTO XI.


Noi perdoniam, Signore, e tu perdona:
     Dei nostri debitor cassiam gli oltraggi;
     E tu di tua bontà coi dolci raggi
     4Rimessione a noi, e grazia dona.
Pace, e concordia il nostro cuor risuona.
     Sono in tua man gli spirti nostri ostaggi;
     Or di tua grazia la tua grazia risaggi
     8Il nostro cuor, che a’ detti tuoi consona.
Tu mite sei, e noi usiam clemenza,
     E la ragion d’Amor, che a chi ci deve
     Usiam, vuol che di lei non l’cstiam senza.
12Non fia dunque, Signor, non ti fia greve.
     Se non trattiamo altrui con inclemenza,
     Posar sopra di noi tua man più lieve.