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84 | lettera terza |
stinguere l’usanza di tali vestimenti, nè egli mai ne portò, nè diede altrui licenza che ne adoperasse; e pregato una volta dall’imperatrice sua moglie, che le concedesse almeno di avere una sopravveste purpurea di seta, rispose, ch’egli non avrebbe mai conceduto che si adoperasse filo, che all’oro equivalesse.
Quantunque sotto l’impero di Costanzo e Giuliano1 crescesse grandemente in Roma l’arte del tessere la seta, e l’uso di questa, seguì tuttavia a pagarsi a peso d’oro fino a’ tempi di Giustiniano il Grande, il quale colla sua continua residenza in Costantinopoli agevolò il modo di averla a prezzo migliore; giovandogli in ciò, che finalmente uscita dalla China la seta, veniva oggimai da altri popoli dell’Asia coltivata.
Con altra mia vedremo con quale felice risoluzione la seta e le sue manifatture divennero italiane. Intanto io ho l’onore di segnarmi colla più perfetta stima.
- ↑ Amm. Marcellinus, idid. T. II. pag. 476.