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58 lettera

cibo lor bisognava, tentò di nodricarli con altre qualità di alimenti; ma non volendo essi mai assaggiarne, argomentò, che l’indole feroce di quell’animaletto voleva essere eccitata da animali viventi.

S’immaginò per tanto un altro nodrimento più studiato e squisito, che gli parve avere analogia colla carne molle e tenera degl’insetti; e fu quella sostanza che riempie le piume de’ teneri uccelli. Osservando dunque, ch’esse piume divelte da’ teneri uccelli sono nell’estremità sanguigne; molte di queste, e di quelle de’ giovani colombi ne prese, e fattone minuti pezzetti, ritrovò, che piacevano a’ ragnateli grandemente, e che i più giovani n’erano i più ghiotti. Succedeva prosperamente ogni cosa a’ ragnateli, che avevano con tanta felicità cambiato condizione, ed erano di copioso e lauto cibo da’ pasticcieri provveduti: se non che in breve andarono perdute tutte le speranze del Reaumur, quando si trattò di accrescere la famiglia de’ ragnateli, che s’intricavano, e l’uno coll’altro sturbavansi il lavoro. Egli tuttavia con quella mirabile sua pazienza, qua e colà in varie scattole li distribuì e divise, somministrando loro con somma industria di che alimentarsi: e sarebbe la sua diligenza