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appena sarebbero state sufficienti ad alimentarne tanti, da raccogliere una piccola quantità di seta. Per la qual cosa datisi a nodrirli con foglie, con frutta, e con fiori, non videro del loro pensamento altro che una vana, ed inutil riuscita.
Avendo tuttavia que’ sagaci investigatori osservato, che non le sole mosche erano la preda avidamente ricercata da’ ragnateli; ma che anche altri insetti, come millepiedi, bruchi e farfalle nelle loro reti, cogliendo saporitamente mangiavano, cercavano altri insetti, che in copia potessero somministrare a’ ragnateli alimento. Più degli altri atti al formato disegno parvero loro que’ vermicelli che ne’ giardini, e ne’ campi abbondantissimi sono; nè li ritrasse da tal pensiero il non averne mai ritrovato alcuno nelle buche, o nelle tele de’ ragni; riflettendo, che si fatti rettili per la loro forza e peso non potevano essere da quelle fragili cordicine sostenuti, né da’ ragni nelle lor buche trasportati. Il signor Reaumur instancabile, e costante nelle sue sperienze ed osservazioni, volendo pure andar oltre, mantenne in vita con tal cibo molti ragnateli in diverse scattole rinchiusi; alcuni de’ quali i loro bozzoli fabbricarono. Vedendo egli però, che più copioso