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ferito il nome dell’albero, che alimenta i filugelli, vedendo di Primavera spogliare i mori, per sicomori gli prendessero; non essendo a quel tempo il frutto, che li distingue, ancora spuntato: e l’altra, che avendo il sicomoro facoltà umida e fredda, come afferma il Mattioli per detto di Galeno, non giova più quell’argomenit, col quale lo Scaligero difende l’opinione degli Arabi filosofanti, dicendo, che la seta per l’alimento del sicomoro acquista calda natura.

Non saprei immaginarmi sopra qual fondamento affermasse il suddetto autore, che i vermi da seta si alimentino con le foglie dei fichi; ma è tale il concetto, che lasciò di sè fra gli uomini di lettere, che io non ardirei di oppormi alla sua asserzione, se alcune forti conghietture, e certissime sperienze contrarie a’ suoi detti, non mi dessero animo di farlo. È adunque in primo luogo da sapersi, che cosa veruna non v’ha, la quale rechi nocumento maggiore al baco da seta quanto l’aria, ed il cibo umido; a tal che chi dall’una, e dall’altro con somma diligenza non lo guardasse, ne avrebbe indubitata morte. Vedesi, quanto studio in ciò mettano coloro tutti, che i filugelli alimentano, e quanto s’ingegnino di non presentar ad essi le foglie

Zanon. Vol. II 4