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cura, nè attenzione veruna; i quali facendo la loro seta sugli alberi, quindi poi dagli abitatori veniva raccolta.

Fra la confusione, colla quale egli parla, e il sapere, che nessuno mai vide tal cosa, o per quanto io creda, non la scrisse anche mai, dà egli medesimo contro di sè la sentenza, giudicandosi fantastico, e molto più degli antichi e de’ moderni impostore.

Parlando poscia de’ Seri, dice, che erano questi a’tempi suoi un’orda di Tartari, i quali nel Turchestan, e nella Persia recavano i lavori della seta; adducendo per testimonio ciò, che aveva udito a raccontare da un ambasciator Veneziano1 a Sigismondo re di Polonia, il quale ritornava da Ussuncassano re di Persia; ed allegando di sì riputato e nobile uomo la testimonianza, per accreditare la sua menzogna.

Ma chiunque oggidì ha per poco pratica degli antichi e de’ moderni scrittori, non ha più dubbio veruno, che de’ Seri parlando, s’intenda quella nazione, che al presente è Chinese chiamata; nè altro crederà che sian le orde, fuorchè compagnie di Tartari erranti, a un tempo pastori e soldati; lascian-

  1. Cattarino Zeno.