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LETTERA XVIII.
Il vano timore adunque, illustrissimi Signori, radicatosi ne’ cuori de’ nostri compatriotti, che la coltivazione de’ mori e dei vermi da seta, possa pregiudicare alla raccolta delle biade, delle quali non vorrebbero perderne un grano, e de vini, de’ quali temono d’averne a rimaner pregiudicati perfin nelle gocciole; siccome fu cagione che di queste due sole rendite presero cura, e le sole produzioni utili vennero da essi riputate, cosi s’oppone a tutti que’ notabili ed evidenti vantaggi, che ho nelle precedenti mie accennati.
Queste sono le prime impressioni, che dall’infanzia ricevonsi, e che unite ad altri nazionali pregiudizj, passano di posterità in posterità; nè mai si volge ad altro il pensiero, fuorchè alle biade ed al vino, per aver abbondanza di questi, e carestia di tutto il restante, che richiedesi alle altre necessità, ed agli altri comodi della vita: per