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142 | lettera |
vezze; e specialmente sopra la seta: e da questo suo mal pensamento n’avenne, quel disordine, che vien riferito da Filippo Onorio nella sua relazione di Napoli1 da me qui rapportata, con le sue medesime parole per non togliere punto di fede alla verità.
„“Si pate ora incredibilmente, pagandosi, come ho detto, le cose a prezzo straordinario; ed essendosi anche rallentato ilmolto lavorare, che faceva l’arte della seta, colla quale s’intrattenevano quattro quinti di questo popolo; conciossiachè avendo il vicerè imposta una nuova gravezza a quest arte; cioè, che tutta la seta, che si caverà dal regno di Napoli lavorata, e da lavorarsi, paghi un carlino per libbra2, ed essendo che questa gravezza appresso l’altre, che sono pure nella medesima estrazione di robba fa, che i mercanti forestieri non si servono più tanto di questa città, potendone aver altrove con minore imposizione; i mercanti Napolitani non fanno più fabbricare tanti panni di seta, quanti facevano: e stanno in forse di potergli smaltire: dalla qual so-