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quale industria non potè nell’isola di Francia esser osservata per le cagioni che accennerò più avanti. Vietò le forestiere manifatture, le quali succhiavano il danaro del regno, per obbligare i sudditi ad adoperare utto l’ingegno; ed in quel tempo da tutti gli uomini intelligenti della buona politica venne quel divieto approvato. Ma quando poi furono stabilite le manifatture domestiche, allora anche l’esterne vennero tollerate; acciocchè i fabbricatori della Francia, mettendo tutto l’animo nel perfezionare le proprie, e vendendole a discreto prezzo, l’altre indi tenessero lontane; la qual massima ebbe la miglior riuscita, che altri potesse mai desiderare.
Per non sorpassare i confini di una lettera, mi riserbo alla seguente ad esporre a VV. SS. Illustrissime li gravissimi domestici contrasti, che combattè, e superò il sempre invincibile Enrico, per introdurre nel regno il prodotto, e l’arte della seta, ch’egli, secondo che abbiamo veduto, riputava il mezzo più atto, ed il più facile a ristorare il regno suo dalle guerre civili desolato. Intanto ossequiosamente riverendole passo a confermarmi.