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proverbio si dice, quando alcuno di qualche cosa illecita con- sapevole esser non vòle: — Io me ne lavo le mani. — Quando il principe adunque si lava le mani, li sudditi che tal atto ve- deno, a dui effetti lo capo discoprono: lo fanno prima a rin- graziarlo de l’innocenza, la quale in lui essere, per il lavarsi, estimano, poi per dargli segno de la vera loro obedienza e arbitrio che gli danno per merito di essa innocenza, la quale di tutte le cose umane la massima e la summa è reputata. E sebbene il principe non a quell’effetto in quel tempo, ma per mundizia le mani si lava, nondimeno perché non cosí facilmente in altri tempi lavare lo vedeno, quella dimostrazione fanno quando tempo hanno di vederlo: che una tacita moni- zione è ancora al principe, che l’innocenza sua (come virtú) conservare sempre debia. Vero è eh’ io mi ricordo da un sacerdote di Egitto avere audito, che essendo usanza de li re nel cominciar del loro cibo invocar la divinitade e cosí nel fine ringraziarla, tutti per supplicare li dei il capo scoprivano; onde essendo il lavare de le mani principio e fine de la mensa, nel qual tempo la invocazione si faceva, sebbene li dei non s’invochino, l’usanza del scoprirsi ancora dura, come se in- vocar si do vessino.

Testa. Oh come mi piace udirti, Erculei Io ne ringrazio questa mia Berretta per certo, che con l’essere turbata con me, cagione è stata di farmi intendere quello di che molte volte ho veduto altri, senza alcuna soluzione, dubitare. Anzi alcuni parassiti udii giá dire, che usanza era de li principi, nel lavar le mani, invitare seco a mangiare quelli che presenti erano, ma la moltitudine, ricusando per modestia l’invito, la berretta di capo per ringraziar si traeva, onde tal consuetudine ancora, come se invitati fussino, persevera. — Ma se ’l non ti aggrava, un altro scrupolo prego che da la mente mi levi. Io ho veduto che quando il principe stranuta, li circunstanti tutti (appresso la salute che con parole gli pregano) il capo ancora scoprono; e in questo non vedo che tal ragione abbia loco.

Ercule. Tutto da una fonte deriva. Veramente beata chia- mare quella cittá, quella provincia e quella nazione si deve,