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74 apologo


in quanti modi se la metteva acciò che gli fusse veduta: ora la ributtava in drieto, ora inanzi e ora ad armacollo, ora parte, ora tutto ne scopriva il mantello, acciò che dal populo veduta gli fusse, che altro dir non volea se non: — Cavatemi tutti la berretta. — Cosi al dottore e al procuratore, che una volta in palagio servire mi potriano; il medesimo al ricco e al nobile e a tutti li altri che veduto hai, ché niuno di loro è ch’io non creda che una qualche volta giovare mi possa, o almanco di nocermi si guardi: come quel detrattore e altri a chi per paura ti cavo. Or di’ mo’ ch’io sia senza ragione e zucca senza sale!

Berretta. Non piú, non piú. Quanto piú parli, piú tua sciocchezza, ignoranza e falsitá di iudicio dimostri. Perché non è vero quello che tu dici, che valente omo sia quello che a la propria utilitá sempre ha rispetto e a che per l’utile proprio fare si deve: anzi simili omini come veneno fuggire si vogliono, e da loro guardarsi, come de la republica e commune utilitá specialissimi inimici. Guai a quel principe e a quel re, che per consiglieri e ministri si governano che a la propria loro utilitá mirano! guai a quelle cittá che il lor stato amministrano per cittadini, che a la loro utilitá e commodi intendono! Niuna piú dannosa peste al mondo si trova che ’l studio del privato emolumento, ove retto consiglio si ricerchi; piú, dicono li savi che il voler sempre d’ogni cosa trarre utile, ad omini ingenui e magnanimi in niun modo conviene. Ma qual iustizia è questa, che comporta che quella reverenza che a li dei e a li re e a li magistrati publici e a li boni e virtuosi è debita, tu vogli a li omini ignoranti, viziosi, maligni, inutili, avari, ambiziosi e d’ogni infamia maculati transferirla, non se li convenendo, anzi degni essendo de l’opposito, cioè d’ogni vituperio e disonore? Sapendo che misero e periculoso loco sia quello ove il vizio senza rispetto è onorato, come credi tu ch’io sia contenta, vedendo che tanti strazi fai di me, che ’l pare che ad altro uso né ad altro effetto io sia fatta che per mostrare la leggerezza, la vanitá, la inconstanza, la inscizia, la pusillanimitá, in si varie figure mutandomi, tagliandomi, frappandomi, foderandomi, roversandomi, ficcandomi penne, strin-